Stress ! Come gestirlo !

Written by on March 6, 2020

STRESS!!

La parola più pronunciata e a volte anche abusata, nel mondo, in questo decennio..

Ti è capitato di avere in mente le cose da fare, e al momento stesso l’incapacità materiale di iniziare ad agire?

Hai mai provato quello stato in cui ogni giorno, continui ad accumulare impegni, appuntamenti, documenti da preparare, progetti che hai in programma di far partire e a cui avresti bisogno di dedicare tempo,….senza riuscire a procedere?

Una sensazione di immobilità, quasi di paralisi per l’avvicendarsi dei pensieri che sembrano diventare montagne insormontabili?




Se ti sei trovato in questa situazione, o ci sei adesso, sai molto bene ciò che intendo….

E’ successo anche a me, ed essendo un soggetto multipassionale, innamorato del sapere e con molteplici impegni, sono ad alto rischio di ricadute; per questo ho dovuto imparare a difendermi da me stesso, dal ritmo imposto dall’esterno e tutto ciò che dirò, l’ho provato e sperimentato sulla mia pelle!

Prima di tutto cercherò, di fare un pò di chiarezza e oltre ad inquadrare l’argomento, di mettere in sequenza gli aspetti più importanti.

Intanto possiamo dire che molto spesso lo stress è proprio determinato da una pressione che arriva dall’esterno e come tale non è modificabile, ovvero non possiamo incidere su aspetti esterni a noi.

Detta così, sembra che non ci sia via di scampo, ma invece la buona notizia è che si può e lo puoi fare tu da solo con gli strumenti giusti.

Cerchiamo di capire prima di tutto cosa è lo stress per l’essere umano e come si manifesta.

Ce ne sono di di due forme riconosciute:

Distress, ovvero lo stress negativo, che influisce sul nostro corpo che a sua volta genera secrezioni ormonali, capaci di instaurare un logorio progressivo fino ad arrivare alla rottura delle difese psicofisiche.

Eustress, ovvero lo stress positivo, che si ha quando uno o più stimoli, allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale.

Quindi possiamo dire che il nostro organismo “reagisce” allo stimolo evidenziando sintomi fisici, emotivi, cognitivi e comportamentali, in base a come viene filtrato e interpretato lo stressor (la causa).

Lascerei un attimo da parte il secondo tipo di stress che è quello positivo, quello che ci consente di superare i nostri limiti e di migliorare  nelle attività che facciamo nel mondo lavorativo, sportivo o famigliare. Mi vorrei  concentrare invece sul primo, che miete vittime quotidianamente.

Il nostro cervello rettiliano (antico), è quello che reagisce immediatamente a possibili attacchi o pericoli perchè ha sviluppato, nella notte dei tempi, la capacità di farci sopravvivere.

Si innesca quella famosa reazione di Attacco o Fuga, di cui tanto si è già sentito parlare; uno stato in cui l’uomo primitivo doveva decidere se scappare da una belva feroce o se era troppo tardi e doveva attaccare per cercare di difendersi e salvarsi la vita.

Ecco, nella società moderna in cui viviamo noi, non girano belve feroci per la strada, forse qualche altro pericolo e altri tipi di “belve”, ma questo è un altro tema e non vorrei portare fuori strada il discorso, ma forse neache troppo se pensate all’attualità e a come viene gestita la comunicazione nei vari ambiti!

In realtà il nostro cervello rettiliano non distingue tra una belva feroce reale ed una immaginata vividamente dalla nostra stessa mente; scatenando quindi tutta una serie di ormoni quali il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina, per preparare il corpo al combattimento.

Tutto ciò tiene il nostro sistema simpatico sempre ingaggiato, con un carico molto impegnativo, per le nostre surrenali, fino a portare il sistema allo sfinimento.

Perchè?

Perchè l’organismo è progettato appunto per far fronte ad un evento improvviso e gestirlo in una unità di tempo limitata….Se questa invece diventa protratta per tutta la giornata, per la settimana o peggio mesi e anni, si verifica quello che viene definito “Burnout” , ovvero non potrà più far fronte e inizierà a sregolare tutte le funzioni corporee fino ad arrivare a produrre disturbi e patologie anche gravi.

Verrà a mancare quella omeostasi che porta in equilibrio il nostro corpo .

Si possono mettere in atto delle strategie per gestire quindi la nostra risposta ?

Ho sottolineato la NOSTRA RISPOSTA, non a caso, perchè come premesso, non possiamo modificare gli eventi esterni così come avvengono e come ci vengono proposti da altri;  possiamo fare molto invece, sulla modalità interpretativa di quello stesso evento. La conferma viene dal fatto che a parità di stimolo alcune persone reagiranno in un modo, altre completamente in un altro.

Personalmente uso il coaching, la Mindfulness e degli strumenti di biofeedback, per lavorare concretamente e darti delle soluzioni efficaci e subito disponibili.

Come si collegano queste modalità e strumenti, le une con gli altri?

1- Tramite il coaching intanto si instaura una relazione, un rapporto di empatia e di comunicazione libera da giudizio, ma sopratutto si avrà la possibilità di “svuotare il vaso” oramai colmo fino all’orlo (la mente), e una volta analizzato brevemente il problema, si inizierà a lavorare sugli obiettivi prioritari. Li, metteremo in ordine di priorità ed importanza, ne organizzeremo tempi e modi per pianificare una nostra road map.

2- La Mindfulness  è l’arte di essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in questo momento, calandosi nell’istante presente. Eppure la maggior parte di noi, non vive il presente; tendiamo a preoccuparci troppo per il futuro e rimuginiamo in continuazione sul passato.

La Mindfulness è la pratica del prestare attenzione: sapere dov’è e poter scegliere dove dirigerla, grazie a tecniche, meditazioni ed esercizi propedeutici. Tutto ciò aiuta sia il coach che il cliente a prepararsi bene alla sessione e ad essere centrati, presenti e produttivi.

3-Il Biofeedback, come dice la parola, è un dato biologico, che ci viene evidenziato da uno strumento, riguardo a parametri del nostro corpo.

Sperimento personalmente, da oltre tre anni, questi strumenti che ritengo siano un potentissimo alleato nella gestione dello stress e nella prevenzione, intesa come mantenimento del miglior equilibrio psico-fisico possibile.

Uso dispositivi HeartMath, www-heartmath.com  azienda leader in questo settore.

Li potete trovare sul sito di Self Coherence, www.selfcoherence.com, azienda di Milano con la quale mi sono formato, e grazie ad uno dei loro migliori coach, anche appassionato alla materia !

A cosa servono precisamente ?

A misurare la nostra HRV (heart rate variability), ovvero, più precisamente, la variazione battito per battito in intervalli di tempo, tra le contrazioni del cuore. Rappresenta l’effetto istantaneo della bilancia simpato-vagale sulle fluttuazioni del battito cardiaco e la capacità di adattamento dell’organismo, all’influenza dei cambiamenti generati da fattori esterni e interni, fisici e psicologici.

Come si misura?

Con dei sensori fotopletismografici (registrano le contrazioni dei vasi periferici del nostro corpo tramite il lobo dell’orecchio).

Si può allenare e migliorare l’HRV?

Si, tramite delle sessioni di respirazione circolare e diaframmatica che ti farò provare. A questo proposito è interessante notare come il nostro stile di vita influisce sull’HRV; l’alimentazione, il sonno, lo stress, lo sport e altri fattori che se ben monitorati e organizzati ti porteranno al benessere e all’equilibrio.

Se ti interessa l’argomento e vorresti approfondire, scrivimi o lasciami un tuo feedback!

Spero che la lettura sia stata interessante!

A presto!!!



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