11 Consigli del Coach ! La ripartenza è già dentro di noi! Come cambia il ruolo dell’allenatore nell’era digitale?

Written by on April 7, 2020

Perché la ripartenza è già dentro di noi??

Oggi voglio entrare nei dettagli, di questa affermazione, grazie ad un mondo a me molto caro, lo sport.

Questo ambiente, che frequento da tanti anni, come atleta amatore, negli ultimi dieci,  è stato anche motivo di confronto ed introspezione con me stesso.




Parlo di quel livello di “challenge” (sfida), che ognuno può sperimentare, per entrare nel flow, lo stato di grazia, in cui sposti l’asticella su obiettivi sempre più ambiziosi e ti diverti mentre ti prepari a superarli.

Per me, è stato con il triathlon, per arrivare a correre la distanza full, nel circuito Ironman di Klagenfurt nel  2013.

Poi, due anni fa, durante uno stop dal lavoro, ho deciso di frequentare una scuola di formazione per diventare preparatore atletico, personal trainer, e allenatore per bambini e ragazzi, con il metodo Ecross Kids.

Ho conseguito nel 2019 la certificazione, ma a parte questo, ho capito ed approfondito molti aspetti di questo mondo, anche visto dall’interno.

Ho deciso quindi, di consolidare la mia esperienza passata nel mondo del business, con il coaching, che li racchiude perfettamente entrambi, infatti, è nato ed è stato sperimentato da sempre, proprio nello sport e nel business.

Oggi la situazione che stiamo vivendo, ha ribaltando tutti i paradigmi e credo che lo farà soprattutto quando usciremo di casa, cambiando radicalmente le nostre abitudini, i modi in cui ci relazioneremo, in cui frequenteremo i locali, i ristoranti, le palestre, come viaggeremo, come studieremo e come venderemo i nostri prodotti.

Anche perché, quando il governo riaprirà lentamente le attività, non saremo fuori dal problema, per ancora diversi mesi.

Parlando con chi, nel mondo dello sport ha già iniziato un profondo cambiamento, ed ha già puntato la prua della nave verso altre direzioni, sono usciti degli spunti interessanti.

Pensando a tutti gli allenatori e preparatori atletici, che gravitano nel mondo delle palestre e delle società sportive, a tutti i livelli, vorrei cercare di dare un supporto che viene proprio dallo Sport-Coaching.

 

 Cercherò di rispondere alle domande:

 

  • Come cambia il ruolo dell’allenatore nell’era digitale? e aggiungerei: nell’era della distanza sociale?
  • Come motivare noi stessi e i bambini, piuttosto che i ragazzi?
  • Quali sono le potenzialità che abbiamo già dentro di noi e ci possono aiutare?
  • Come definirle e come individuarle.

Intanto iniziamo con la premessa che,  tutti abbiamo, 6 virtù e 24 potenzialità.

(Per chi fosse interessato ad approfondire questo tema, mi può scrivere in privato, manderò via mail del materiale e vi risponderò nel merito)

Andando avanti, quali sono gli argomenti da trattare?

  • Gestione dell’agonismo
  • Gestione dei genitori
  • Gestione dell’atleta
  • Gestione della comunicazione.

Voglio introdurre un primo fattore, che ritengo fondamentale, per capire se possiamo riuscire a dare queste risposte, e come possiamo farlo.

 

LA MOTIVAZIONE

La MOTIVAZIONE, è quel fattore psicologico che determina la scelta, risponde al  perché facciamo una certa cosa, risponde all’intensità con cui facciamo quella cosa, a quanto siamo disposti ad impegnarci, ed a che rinunce siamo capaci di fare,  per portare a termine il compito.

Risponde anche alla domanda, di per quanto tempo siamo capaci di fare ciò che abbiamo iniziato, ad esempio di una certa attività sportiva, di un training.

La motivazione, è ciò che spinge l’atleta ad impegnarsi e a non abbandonare l’attività.

I motivi, sono la benzina, alla base della motivazione e si dividono in:

 

MOTIVI PRIMARI

Che sono acquisiti ed interiorizzati nei primi anni di vita fino agli 8-10 anni e si dividono in:

  • Competenza = il bimbo è capace di raggiungere le cose, si interessa ed è coinvolto verso dal mondo esterno e si ingegna ad utilizzare sempre mezzi diversi.
  • Autodeterminazione = il bimbo può scegliere cosa fare e diventa perciò egocentrico, tutto ciò che  succede nel mondo esterno viene attribuito a se stesso nel bene e nel male. Questo è il principio che sta  alla base dell’agonismo.
  • Del Gioco, del piacere e del divertimento, ambiente che alimenta la competenza e l’agonismo.

– Motivi secondari

Si aggiungono ai motivi primari e svolgono una funzione complementare.

Parliamo di Relazioni, appartenenza e di l’affiliazione.

Il sentirsi parte di un gruppo, il potere, la conoscenza e l’affettività.

La motivazione può essere di due tipi:

MOTIVAZIONE INTRINSECA

Si basa sui motivi primari.

L’atleta è strettamente legato all’attività sportiva praticata, che costituisce di per sé un premio.

Non hanno importanza ne i rinforzi esterni (premi),  ne obbiettivi sportivi (punteggio, scudetti..).

Tale motivazione si percepisce quando si ha competenza e autodeterminazione.

Deci e Ryan, ne hanno studiato a fondo il tema e ne hanno fatto dei master.

Daniel Pink nel suo libro, “Drive”, ne ha dettagliato il processo molto bene.

MOTIVAZIONE ESTRINSECA

Si basa invece sui motivi secondari.

Lo sport è visto come un mezzo per ottenere un’altra cosa, per cui la direzione e l’intensità della motivazione sono determinati dalla presenza o assenza di rinforzi esterni, come soldi, titoli, premi, ecc.

Al raggiungimento di tali obiettivi, l’interesse per l’attività cala o svanisce.

A partire dall’adolescenza si ha una convivenza nell’individuo di motivazioni intrinseche e di quelle estrinseche.

Ecco perché delle attività, tipo le “challenge”, possono funzionare per breve tempo, per rompere la monotonia e cambiare ritmo,  ma poi bisogna rifocalizzarsi, subito e concentrarsi sulla motivazione INTRINSECA legata al piacere.

Questo tema è stato studiato nel business, molto approfonditamente e si è visto che le persone, si riuscivano a motivare molto di più, ad esempio,  facendole sentire parte di un progetto, parte di qualcosa di importante in cui credevano, piuttosto che con un bonus monetario a fine lavoro.

 

NELL’INFANZIA

Fino a circa 7 anni, all’aumentare della motivazione estrinseca si ha l’aumento anche di quella intrinseca.

Tale principio avviene perché il bimbo non differenzia il suo sé dal mondo che lo circonda, perché tende in ogni caso ad attribuirsi le cause di ciò che egli fa nel bene e nel male;

Si ha fino dall’adolescenza, all’aumento eccessivo della motivazione estrinseca si ha automaticamente un abbassamento di quella intrinseca.

In sintesi il bimbo è sempre automotivato, se si diverte, l’adolescente invece no.

 

GLI OBIETTIVI

Come vanno strutturati gli obiettivi?

Ci viene sicuramente in aiuto il coaching, che per definizione usa questa tecnica nello strutturare la road map delle tappe da percorrere per arrivare all’obiettivo di fine.

Il Metodo G.R.O.W      Goals – Reality – Options – Will

 

GOALS:  SCENA IDEALE

Come si fa a mantenere alta la motivazione e il coinvolgimento?

Settando, gli obiettivi in modo SMART.

Un obiettivo, per essere ben formato, deve rispondere a requisiti specifici come quelli sintetizzati nel  metodo S.M.A.R.T.:

  • Specifico: definito in modo chiaro e determinato.
  • Misurabile: che può essere monitorato e misurato.
  • Ambizioso: che sia motivante ed importante per il cliente.
  • Realistico: che sia realizzabile ed alla portata del cliente.
  • “Temporizzato”: definito nel tempo e scritto.

 

REALITY: SCENA ATTUALE

  • Il cliente fa innanzitutto chiarezza sul proprio obiettivo, di “dove vuole andare”
  • In una seconda fase prende atto delle condizioni di partenza, di “dove si trova”
  • Si crea un “ponte” tra le due fasi che il cervello considera già “collegate”
  • Si evita che il cliente cali di motivazione, anche se la sua scena “attuale” non è delle migliori

 

OPTIONS: OPZIONI POSSIBILI

È qui che il Coach può fare uso di domande ad alto potenziale, come:

  • Che cos’altro puoi fare per ottenere il risultato che ti sei prefissato?
  • Porta la tua attenzione a chi ci è già riuscito, come ha fatto?(esperienza vicaria)
  • Quali altre risorse puoi sviluppare per ottenere il risultato che desideri?
  • Quale persona potrebbe suggerirti ulteriori opzioni? (alleati)
  • Nel caso in cui dovessi trovare una difficoltà, qual è la prima cosa che puoi fare per superarla?(ostacoli)

 

WILL: VOLONTA’

WILL, l’ultima fase del modello GROW.

Qui si passa ad un preciso piano d’azione con le informazioni raccolte nelle fasi precedenti.

È in questa fase si porta il cliente a sviluppare il suo “piano di battaglia”.

Rispetto alle fasi precedenti, le domande non hanno più come scopo l’analisi della situazione, quanto il definire un percorso di azioni concreto e specifico per raggiungere il risultato desiderato.

Ecco le domande più dettagliate relative a questa fase:

  • Che cosa farai?
  • Quando lo farai?
  • Dove e con chi?
  • Di quali risorse hai bisogno?
  • In che modo puoi procurarti queste risorse?
  • Chi può aiutarti per avvicinarti al tuo risultato?(alleati)
  • Quali sono i tempi e le scadenze delle azioni che hai definito?
  • Qual è la prima azione che farai immediatamente dopo il nostro incontro?

Questa fase è molto importante perché, una volta terminata la sessione, tocca al cliente, di “fare”.

Gli studi sulla psicologia umana, riguardo alla motivazione, sono  partiti sicuramente da Martin Seligman, psicologo e psicoterapeuta, famoso per aver inventato e dato inizio alla psicologia positiva.

Questi studi ci dicono che l’uomo per il suo sviluppo ha bisogno di soddisfare tre elementi vitali: COMPETENZA -AUTONOMIA- RELAZIONI

  • Ovvero ha Bisogno di autonomia – sentirsi libero in ciascuna azione e sentire che si agisce per propria volontà;
  • Bisogno di competenza – credere di riuscire ad agire con competenza nel proprio ambiente per lo svolgimento di compiti importanti;
  • Bisogno di relazioni – cercare e sviluppare delle relazioni sicure e positive con gli altri nel proprio contesto sociale.

Un altro aspetto importante nella strutturazione degli obiettivi, quando parliamo di atleti minorenni, è il “goal setting a tre”.

il goal-setting a tre, è molto importante soprattutto per gli sportivi adolescenti.

Questo strumento serve per sintetizzare e sistematizzare il lavoro dell’allenatore sulla relazione con il ragazzo e con i genitori, che diventa un oggetto di lavoro.

Parti coinvolte:    obiettivo allenatore       feedback sportivo      aspettative genitori

Argomenti: variabili tecniche   variabili fisiche  variabili psicologiche

Questa è una tecnica in cui si cerca di mettere insieme non solo gli obbiettivi dell’allenatore ma anche la reazione dello sportivo: quanto egli sia convinto di quello che gli è stato proposto e quanto sia disposto a fare per raggiungerlo.

in questo modo l’allenatore può andare a lavorare, per motivare maggiormente l’atleta, su quegli obbiettivi che non lo hanno convinto, introducendo degli elementi di divertimento o di piacere.

Un terzo aspetto, fondamentale nel settore giovanile, sono le aspettative dei genitori che vanno a influire sull’atleta ancora in via di sviluppo.

Per quanto sopra vediamo quanto sia importante, anche parlando di risultati sportivi, tarare, degli obiettivi su se stessi e sugli atleti, che siano definiti, come un abito sartoriale.

Ciò che è buono per me, può non andare bene per te e viceversa, ciò che è una motivazione intrinseca per me può non esserlo per te e viceversa, per una diversa visione delle cose, per esperienze diverse.

La motivazione estrinseca, uguale per tutti, che arriva dall’alto verso il basso non funziona, o meglio funziona fino ad un certo punto.

Il bastone e carota, spiegato nella self Determination Theory, di Deci & Ryan.

Questo vale nel mondo business e sport .

Per gli allenatori, che adesso si sentono confusi e preoccupati per il futuro, consiglio di iniziare un percorso su se stessi, come esseri umani.

Consiglio, di iniziare ad approfondire alcuni temi legati alle scelte, alla situazione attuale e a quella desiderata. Ma per avere chiarezza della situazione desiderata bisogna generare quante più opzioni possibili, per aprire, nuove possibili strade.

Un coach, potrebbe essere molto utile per un percorso come questo, ma voglio lasciarvi comunque, qualche spunto di riflessione.

C’è un bellissimo libro, scritto da Timothy Gallway, che si intitola “Inner Game nello Stess”.

Questo libro ci da degli spunti per gestire momenti stressanti psicologicamente.

Vi riporto un esempio, di una tecnica che necessita di rispondere sinceramente ai seguenti 3 punti.

  • FERMARSI
  • chiedetevi: perché sto giocando oggi? Qual è il mio obiettivo fin qui? Il vero obiettivo?
  • Fai un passo indietro e metti distanza tra te e la situazione
  • Pensa a cosa sta succedendo veramente? Cosa ti causa stress in questa situazione? Quali priorità hai? Le tue opzioni? I tuoi ostacoli?
  • Organizza il pensiero. Qual è il tuo piano d’azione?
  • Vai avanti con maggior chiarezza e comprensione

 

  • ESSERE IL DIRETTORE
  • Qual è la missione della vostra azienda? Chi siete? La mission della vita?
  • Qual è la vostra vocazione? Quali sono i vostri prodotti e servizi?
  • Chi siete voi? Quali sono i vostri valori?
  • Quali sono le vostre priorità? Dove concentrate il vostro impegno?
  • Chi influisce nella vostra vita? Figli? Genitori? Coniuge?
  • Per cosa avete fatto compromessi? Per denaro, approvazione, amore, piacere?
  • Come potete rimediare? Segnate un’area dove avete fatto troppi compromessi e stabilite una strategia per rimediare. Fatelo dentro di voi, e ricordatevi chela vita è vostra.

 

  • LE TRE DOMANDE DI CONTROLLO
  • Cosa non controllo?
  • Cosa sto cercando di controllare?
  • Cosa potrei controllare e non sto controllando?

Ovvero, ciò che è sotto il nostro controllo e cosa no, e su cosa mi sto focalizzando.

 

  • PROVARE NUOVI ATTEGGIAMENTI
  • Andare a fondo di una situazione stressante e con sincerità definire e scrivere cosa ci sta toccando. Poi provare a cambiare atteggiamento.
  • Ad esempio se ciò che provo è paura, frustrazione, rabbia, dolore, posso cambiare, affrontando con coraggio.
  • Oppure, se la sensazione è risentimento posso provare cambiare, in gratitudine!
  • sta a noi decidere come vivere una situazione, è dentro la nostra testa la potenzialità di cambiare angolazione! Non è facile, ma provate a sperimentare ciò che vi dico e anche un piccolo risultato sarà un successo.

Eviterete reazioni di attacco e fuga e quindi stress!

 

11 consigli:

  

  • Instaura una routine virtuosa, all’interno della tua giornata e scrivila.
  • Evita pensieri negativi e accetta di abbassare la produttività.
  • Lavora su te stesso, studia, medita, leggi cose che ti arricchiscono.
  • Sii di esempio per i tuoi atleti e per la tua famiglia, il migliore dei modi per imparare è darsi l’obiettivo di insegnare ciò che sai, a qualcun altro.
  • Cerca la tua motivazione intrinseca, quali sono i motivi che sottostanno ad essa? Qual’è la tua vocazione?
  • Fai una scheda e scrivi il perché vuoi raggiungere un certo risultato, cosa determinerà averlo raggiunto e cosa proverai quando lo avrai raggiunto.
  • Lavora sulle tue potenzialità; Chi mi scriverà in privato, manderò del materiale, relativo a questo aspetto, per aiutarvi a trovarle.
  • Definisci obiettivi ben formati. SMART, per te e i tuoi ragazzi. Considera il goal-setting a tre per (genitore-allenatore-atleta)
  • Con i tuoi ragazzi, Usa delle tattiche di momento tipo delle gare, dei mini contest, ma usa la motivazione intrinseca come strategia di lungo periodo.
  • Trova nuovi metodi di comunicazione, digitale, come la piattaforma che ho usato io nella diretta di domenica scorsa.
  • Struttura ciò che fai, insegni e comunichi con una modalità orientata al gioco e non al risultato. (motivazione Intrinseca e non Estrinseca).

Chiudo con paio di riflessioni : una, viene da un bellissimo libro, che vi consiglio, il Cigno Nero, dove l’autore, spiega il concetto di “antifragilità”,  che se volgiamo, va oltre la resilienza.

Il cigno nero è quell’evento imprevisto e imprevedibile che diventa un  caso di salto quantico, la realizzazione dell’improbabile che manifesta una potenzialità inaspettata.

Questo spinge a ulteriori riflessioni che non voglio fare adesso, ma una su tutte è quella di credere in se stessi, alle potenzialità che abbiamo perché potrebbero essere il cigno nero!

Seguire le nostre potenzialità, ci rende felici e questo, è l’aspetto più importante per l’essere umano.

Sapete che esiste una formula della felicità?

Martin Seligman, inventore della psicologia positiva, ne ha codificato il significato con dei numeri derivati da studi scientifici :

H = S + C + V

H (“Happiness” felicità permanente)= S (“Set range” felicità costituzionale, peso 50%) + C (“circumstances” circostanze della vita, peso 10%) +
V (“Voluntary Control” fattori sotto il nostro controllo, peso 40%).

Quindi se il 40% dei fattori, che determinano la nostra felicità, sono sotto il nostro controllo, possiamo fare molto lavorando su di noi e mantenendo il timone nelle nostre mani!

 

Ciao a tutti,  e ricordate…

 

La scelta non è tra:  essere felici o avere successo….

Esser felici,  è la condizione necessaria per avere successo!    

 

Ad Maiora

Davide.